Turismo musicale: un’opportunità per Padova
Negli ultimi decenni il turismo – nonostante le altalenanti congiunture economiche – è cresciuto considerevolmente, tanto in termini di domanda quanto sul versante dell’offerta, finendo per rappresentare uno dei più rilevanti comparti economici del mondo. L’incremento del fenomeno turistico ha determinato da un lato una competizione sempre più serrata, dall’altro sta causando – in alcuni contesti, pensiamo ai casi di Venezia e Barcellona – vere e proprie situazioni di overtourism.
La distribuzione dei viaggi si è dovuta confrontare con profondi cambiamenti – dall’avvento dei voli low cost all’abbattimento di barriere geopolitiche, dal crescente ruolo del web prima e della sharing economy e del social commerce poi – che hanno avvicinato e reso accessibili molte più destinazioni.
Una rivoluzione, quella degli ultimi decenni, che ha completamente modificato il modo di far turismo e sta facendo vacillare molte rendite di posizione.A questi aspetti si ricollega la progressiva diversificazione dell’offerta delle destinazioni con la proposta di nuovi “tematismi” e di nuove esperienze di fruizione turistica per rispondere alle rinnovate esigenze del pubblico. Sono cambiati, infatti, anche i processi decisionali alla base della domanda e il modo di fruire dell’esperienza turistica. La permanenza media del turista in una destinazione si è ridotta con l’affermarsi di nuovi modelli di gestione e fruizione del proprio tempo libero: last minute, weekend lunghi o short break (1-2 notti), sono sempre più la costante dominante per molte destinazioni con conseguenze spesso penalizzanti nel rapporto costi/benefici.
La moltiplicazione e la diversificazione degli stimoli legati all’esperienza turistica ha comportato anche una “redistribuzione” dei momenti di vacanza, che, se da un lato determina la riduzione della durata del soggiorno, dall’altro lato consente all’individuo di soddisfare, attraverso esperienze turistiche frequenti e ripetute, un sempre maggior numero di interessi e bisogni.Come ha ampiamente dimostrato la ricerca “Note in viaggio” condotta per il CUOA da Martha Friel, docente in Made in Italy, Arts and Tourism allo IULM di Milano, e presentata nell’ambito di un bel convegno organizzato dal Festival Bartolomeo Cristofori la scorsa settimana in Sala Rossini a Padova, la domanda di turismo musicale in Italia e in Europa è in costante crescita.
Si tratta infatti di un ambito ormai riconosciuto internazionalmente con alcuni prodotti molto forti legati a: festival, teatri, artisti, compositori, liuteria. I turisti stranieri che vengono in Italia per la musica provengono dai mercati turistici più consolidati Germania e Austria in primis ma anche da nuovi mercati di grande interesse (Asia-Pacifico).
Per questi mercati il prodotto “musica”, quando di qualità, è fortemente attrattivo. Il turismo musicale ha ormai una dimensione e motivazioni proprie e può essere definito come l’insieme di attività ed esperienze che riguardano l’ascolto o la creazione di musica, la visita a luoghi di produzione di musica, a musei, case di musicisti, itinerari o paesaggi ad essi collegati (Gibson, Connell, 2007). Va inoltre sottolineato come il turismo musicale possa contribuire a promuovere i luoghi della musica e valorizzare itinerari e attrattori legati ai compositori.
Possa inoltre creare nuove esperienze, nuovi prodotti turistici, arricchendo e differenziando l’offerta favorendo la crescita economica e culturale del territorio.Durante il convegno – intitolato non a caso “Turismo musicale: un’opportunità per Padova” – stimolati dal Presidente del Festival Giampaolo Pinton e dall’esperta di destination management Adriana Miotto, si sono confrontati sull’argomento esponenti della filiera musicale e della filiera turistica con l’interlocuzione attenta dell’assessore al turismo e alla cultura del Comune di Padova , Andrea Colasio.Se una sintesi può essere colta è che Padova, le Terme e i Colli Euganei, possono vantare un’offerta musicale di qualità tanto nella musica colta con le proposte dell’Orchestra di Padova e del Veneto, I Solisti Veneti, gli Amici della Musica e dello stesso Festival dedicato all’inventore del pianoforte, ma anche con il Jazz e con i grandi concerti organizzati da Zed Live.
Per trasformare però tutto questo in prodotto turistico ci vogliono coordinamento, organizzazione, spazi adeguati per la musica e una volontà condivisa che “Padova capitale del pianoforte” possa e debba diventare un ingrediente importante della proposta di queste destinazioni, a fianco ad Urbs Picta e al volersi affermare come la più grande area della salute preventiva in Europa. Il Festival Bartolomeo Cristofori ha avuto il merito di aprire un dibattito che è importante non lasciare cadere, a partire dall’appuntamento con il progetto Tartini 2020.
A cura di
Stefan Marchioro
Docente di Economia applicata al turismo dell’Università degli Studi di Padova