Padova città della musica
La componente turistica nell’economia cittadina e nella costruzione dell’immagine della città acquisisce un peso sempre più rilevante. E si sta caratterizzando sempre più per un turismo attento alla componente culturale della visita. Una ricerca dal Centro Studi Turistici di Firenze registra che Padova guida la classifica delle 10 principali città d’arte italiane in cui si è verificata la maggior crescita di turisti negli ultimi 20 anni: + 118%.
L’immagine turistica di Padova storicamente legata al turismo religioso con la Basilica del Santo e a quello artistico con il ciclo giottesco alla Cappella degli Scrovegni si sta arricchendo con tante componenti. La candidatura Unesco di Urbs Picta, la cultura scientifica con i musei universitari, l’Orto Botanico, che unisce il primato storico al mirabile nuovo allestimento, la Padova delle grandi mostre, del Comune e della fondazione Bano, che hanno saputo imporsi a livello nazionale.
In questa Padova attrattiva può inserirsi indubbiamente la cultura musicale. Per la presenza di importanti strutture musicali che offrono una produzione attrattiva.
La performance raggiunta quest’anno da parte dell’orchestra di Padova e del veneto con un incremento del 28% degli abbonati alla 54esima Stagione concertistica testimonia la potenzialità di crescita della cultura musicale.
Accanto a queste realtà vi è poi il legame padovano con personalità che hanno fatto la storia della musica. Pensiamo a Giuseppe Tartini, di cui nel 2020 si celebrerà il 250esimo della morte. Un istriano fattosi padovano, ma sempre aperto alla cultura europea, fondatore di una grande scuola di violino e compositore eccellente. Oppure a Bartolomeo Cristofori, padovano fattosi fiorentino, chiamato alla corte dei Medici, che lascia l’eredità fondamentale del pianoforte, che ha rivoluzionato le potenzialità della composizione ed esecuzione musicale.
C’è di che costruire un progetto organico per fare della musica una delle potenzialità per arricchire l’offerta turistica e culturale della città. Un tavolo con le istituzioni pubbliche, dal Comune, alla Provincia, alla Camera di commercio, all’Università e con le istituzioni musicali cittadine potrebbe trasformare le potenzialità in realtà. E contribuire per questa via all’immagine internazionale della città.
In fondo era l’immagine che aveva Shakespeare di Padova alla fine del ‘500, quando fa dire a Lucenzio ne La Bisbetica domata: “per il grande desiderio di visitare la bella Padova, culla delle arti…venni qui a Padova come chi esce da un acquitrino per tuffarsi in acque fonde e aspira a spegnere saziato la sua sete”.
Paolo Giaretta
Vice Presidente Fondazione Orchestra di Padova e del Veneto