Bartolomeo Cristofori.
Il genio padovano che il mondo ci invidia.
L’irruzione di Bartolomeo Cristofori nel mondo della musica ha prodotto un impatto talmente formidabile da essere arduo il calcolo degli effetti da esso generati. Questo eccezionale ed eclettico organaro, cembalaro e liutaio, costruttore e sperimentatore di strumenti del tutto straordinari e talvolta bizzarri (come la spinetta ovale costruita conformemente alla sezione aurea) ha fornito ai più grandi e riconosciuti compositori della storia della musica lo strumento più versatile per esprimere al meglio l’ideale estetico della musica dal periodo classico a quello contemporaneo.
Dove sarebbero ora i grandi concerti per pianoforte e orchestra di Mozart, Beethoven, Chopin, Schumann, Brahms, Tchaikowsky ma anche il famoso Rach 2 o Prok 4 (il secondo di Rachmaninov o il quarto di Prokofiev), per non parlare del jazz, del pop o del rock della modernità e post modernità?
Il Cristofori ha dato il via a un cambiamento epocale di forme, gusto e sensibilità come pochi altri tant’è che la sua influenza in ambito musicale è del tutto paragonabile a quella di Leonardo nella storia dell’arte; anzi, da un punto di vista meramente quantitativo, la sua influenza è stata ancora più massiva se è vero che solo in Cina ci sono oggi ben 34 milioni di studenti di pianoforte.
Questo illustre padovano, che fece fortuna a Firenze perché il suo “Venture Capitalist” fu nientemeno che Ferdinando I de’ Medici, rappresenta il modello paradigmatico del genio imprenditoriale della nostra gente, quella inimitabile capacità di unire arte con tecnologia per produrre innovazione. Com’è noto, l’effetto piano/forte è determinato dal fatto che la corda dello strumento non è più pizzicata come nel cembalo bensì percossa da un martelletto: molte volte le grandi invenzioni sono generate da piccoli particolari innovativi apparentemente banali.
Leopoldo Armellini
Direttore Conservatorio C. Pollini / Padova