Padova città della musica
Bartolomeo Cristofori e Giuseppe Tartini:
Storia di un rapporto “profondo”
Ma che c’entra Giuseppe Tartini con Bartolomeo Cristofori? A prima vista non molto: questo è nato a Padova, quello ci ha vissuto, ma con ogni probabilità non si incontrarono mai. Che Tartini abbia saputo della nuova invenzione del “Gravecembalo col piano e col forte” è possibile, ma cosa ne abbia potuto pensare non lo sapremo mai.
Eppure c’è una connessione profonda e ben documentabile fra i due: entrambi erano innovatori nel campo della tecnologia degli strumenti, entrambi ricercatori sul suono, entrambi appartenevano alla cultura che, con ottimismo forse esagerato, riteneva di realizzare il migliore dei mondi possibili, la cultura dell’Illuminismo.
Sulla base di queste considerazioni, l’iniziativa del Festival Cristofori e quella per le celebrazioni tartiniane del 2020 (250° anniversario della morte di Tartini avvenuta a Padova dopo cinquant’anni di onoratissima carriera presso la basilica del Santo) hanno stabilito fin dall’inizio (o poco dopo) un’alleanza funzionale.
La sostanza più visibile di questa collaborazione si avrà nell’autunno 2020 con l’esposizione “Giuseppe Tartini e la cultura musicale dell’illuminismo” nella quale verrà esposta la copia del pianoforte Cristofori oggi a Lipsia presso il Museo Diocesano. Il filo della tecnologia lega il grande compositore di Pirano all’inventore padovano.
Il suo strumento, che non è solo un progenitore dello Steinway & sons ma piuttosto un gioiello perfetto in sé stesso, non sarà a Padova di passaggio, ma è destinato a rimanere patrimonio del Conservatorio “Pollini”, non come oggetto di culto ma per la pratica attiva.
Lo strumento verrà esposto insieme con materiali riguardanti le innovazioni tecnologiche realizzate da Tartini sul violino e sull’arco, oltre a una serie di materiali che spiegano la storia, il metodo e il successo del “Maestro delle nazioni”.
Alla mostra, che si terrà dal 16 settembre 2020 al 15 gennaio 2021 verranno affiancati concerti di alto rilievo, uno dei quali specificamente destinato all’ascolto del magnifico, delicato e geniale strumento del grande Bartolomeo padovano.
Sergio Durante
Ordinario di Filologia musicale – Dipartimento di studi linguistici e letterari Università di Padova