Alessandro Lanzoni Trio

Giovani, amici, uniti da una passione per il jazz che li ha portati a cercare le esperienze formative più prestigiose: è infatti nelle aule di Siena Jazz, durante i due anni dell’International Jazz Master, che Alessandro Lanzoni, Enrico Morello e Matteo Bortone si sono incontrati, e si sono subito capiti.

È nato così il loro Trio, alla luce di un’esperienza comune che si è subito tradotta nella volontà di costruire insieme qualcosa di bello e di nuovo, all’insegna della continua ricerca della fusione e dell’interplay. “Dark flavour”, il loro primo album, rivela già una fisionomia ben delineata: un repertorio perlopiù di brani originali, frutto delle doti compositive del leader (e non solo), ma anche brani della migliore tradizione del jazz, con scelte estremamente mirate (Monk e Coltrane su tutti). Un gruppo in cui convivono “gioia di vivere e consapevolezza dei propri mezzi” (Federico Scoppio), con uno sguardo sereno e profondo verso il futuro. Il secondo album “Seldom” vede la partecipazione straordinaria del trombettista americano Ralph Alessi. Si tratta di un nuovo convincente passo avanti per l’allora 22enne pianista che con il nuovo album dimostra una notevole maturazione sia tecnica che espressiva.

La vittoria al Top Jazz 2013 come miglior nuovo talento, avvenuta dopo la pubblicazione dell’album Dark Flavour in trio, ha collocato ormai a pieno titolo Alessandro Lanzoni fra gli artisti di maggiore personalità del jazz italiano, forte anche di un curriculum che, potendo già vantare esperienze di assoluto prestigio, da diversi anni lo ha imposto all’attenzione del mondo musicale. Alessandro si è affermato molto presto anche in veste di leader, e può già vantare una significativa esperienza internazionale in Europa, America Latina, Israele e Stati Uniti, dove ha ricevuto recensioni lusinghiere e insolite per un musicista straniero. Il celebre Ira Gitler, dall’alto dei suoi settant’anni di pura storia del jazz, dopo averlo ascoltato in Piano Solo al palazzo dell’ONU ha affermato nella sua colonna su Jazzimprov. NY: “Non dovrebbe essere giudicato come un giovane musicista. È già eccezionale e rischia di diventarlo ancora di più”.